Oggi, 25 novembre, è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e sono molte le fumettiste e illustratrici italiane che hanno approfittato di questo evento istituzionale per pubblicare sui loro profili social vignette sul tema, a dimostrazione del fatto che il fumetto è oggi uno spazio privilegiato per la denuncia e per il contrasto simbolico delle dinamiche discriminatorie di genere che legittimano la violenza patriarcale.
Fumettibrutti usa il reposting per sottolineare come la ricorrenza continui, di anno in anno, ad acquistare rilevanza, anche a causa di fatti di cronaca e coperture mediatiche che si ripropongono, sempre nuovi e uguali, nella loro drammatica problematicità.
Cristina Portolano ci invita invece a riflettere sull'intrico di corresponsabilità che sostiene la struttura socio-culturale patriarcale da cui la violenza scaturisce.
Sted scaglia la penna contro le polemiche che, oggi come ogni anno, fanno da (inutile e dannoso) corredo alla giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Anarkikka continua la sua ormai popolarissima battaglia contro la marginalizzazione discorsiva del femminile e contro la volontà di silenziare l'esperienza vittimaria che spesso (ancora) caratterizza il trattamento dei casi di violenza di genere.
Sara Colaone raggira la violenza patriarcale celebrando la sua peggior nemica, la sorellanza, in questa illustrazione pubblicata per omaggiare la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e il suo Festival La violenza illustrata.
La sorellanza è oggetto dell'illustrazione di Tutte le mele di Annie.
Isabella Bersellini illustra il processo di annichilimento che la violenza di genere produce nelle sue vittime.
La Tram sceglie di rendere visibile l'invisibilità violenta del "male gaze" e delle imposizioni che questo genera.
Joe1 rappresenta la possibilità della compresenza di oggettificazione e agentività nell'esperienza vittimaria.
La rabbia provocata dalle reazioni di chi sminuisce le denunce di violenza di genere (anche nell'ambito del fumetto) è al centro dell'opera proposta da Maurizia Rubino.
La mondializzazione della lotta alla violenza sessista e, più in generale, della lotta femminista è il focus della vignetta di Takoua Ben Mohamed.
Veci propone una riflessione per immagini sulla glamourizzazione della violenza rievocando il femminicidio di Nancy Spungen da parte del musicista dei Sex Pistols Sid Vicious.
Ma l'attività di denuncia di fumettiste e illustratrici italiane non si è chiusa con il 25 novembre e continuano a comparire atti grafici di condanna e di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere pubblicati su social network come Facebook e Instagram.
Sted riposta un lavoro in cui illustra con ironia il benaltrismo che caratterizza molte delle obiezioni maschili sulla questione dell'abuso patriarcale.
Sempre Sted denuncia il fenomeno della condivisione non consensuale di materiale intimo a pochi giorni dall'ennesimo caso di cronaca.
E la minimizzazione di atti di abuso facilitati dall'uso della tecnologia.
Infine, Sted si cimenta con la decostruzione della retorica maschilista che imputa all'abbigliamento femminile le cause della violenza sessuale.
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